La saga di Gösta Berling

Le pagine de La saga di Gösta Berling (Feedbooks) racchiudono tutto il fascino delle saghe nordiche e dei paesaggi boreali. Il premio Nobel Selma Lagerlöf ha tratto ispirazione dai racconti ascoltati durante la sua infanzia per dare vita a questo originale ibrido tra romanzo e poema in prosa:

La suggestione di quelle saghe di vergini, di vecchie, di pastori, di cavalieri; la poesia austera delle grandi foreste mormoranti e dei luminosi laghi del Värmland, la regione più svedese della Svezia; plasmarono la sua anima giovanile e le diedero quella meravigliosa virtù resuscitatrice del passato, ch’è il maggior fascino di tutte le sue opere. (Prefazione)

La maestra di scuola elementare Selma Lagerlöf ha vissuto un’esistenza tranquilla, sinché, nella primavera del 1890, ha deciso di inviare alcuni capitoli della sua saga a un concorso letterario. Il successo è stato immediato:

Opera scintillante, d’una struttura inconsueta, esuberante di fantasia e piena di grazia nativa, la Leggenda di Gösta Berling ha il merito di aver fissato la caratteristica fisionomia rurale della Svezia (…). La Svezia che si è ritrovata intera nei «Cavalieri» – padroni di ferriere, pastori, poeti, ufficiali in ritiro, musicisti, contadini, e bohèmes raccolti dalla carità nei vecchi castelli – adottò «Gösta Berling» come una di quelle opere impersonali degli antichi rapsodi, nelle quali tutto un popolo si sente vivere e che ciascuno adatta al proprio sogno e trasforma a suo talento. (Ibidem)

Sunne Svezia Selma Lagerlof

Il fascino del libro tra proprio qui, nella capacità della scrittrice di descrivere i paesaggi incantati della Svezia e di rivestire la quotidianità rurale di un’aura leggendaria. Selma Lagerlöf è riuscita a ridare vita alle vecchie storie, agli antichi racconti tramandati di generazione in generazione. La sua prosa poetica ed evocativa ha fatto rifiore quelle rose appassite i cui petali cadono sotto il dito che le tocca.

Di che cosa parla La saga di Gösta Berling, questa nuova epopea nazionale? Non certo di avvenimenti lieti, di notti serene:

Che altri ascolti le soavi storie! Io preferisco le notti inquiete, i destini aspri e le passioni che riempiono d’ombra i cuori selvaggi.

Gösta Berling, il protagonista dell’opera, è un prete interdetto e spretato. Questo religioso reietto e beone corteggia la morte, ma, un bel giorno, una donna fiera e potente, la comandante di Ekeby, lo convince a rinunciare ai suoi tristi propositi. La comandante sostiene che molti uomini e donne, lei compresa, si comportano come se fossero già morti, quindi tanto vale continuare a vivere e ostinarsi a sfidare il fato avverso.

Gösta entra così a far parte dei Cavalieri di Ekeby, un circolo di bohèmes, di reietti, che sono stati accolti e salvati dalla comandante. Il prete spretato vive un’esistenza da poeta maledetto: in realtà, non compone un solo verso, ma la sua stessa vita è un poema. L’ex religioso affascina tutti con la sua bellezza dorata e con la sua forza, ma sembra capace di seminare solo disgrazie attorno a sé. Il neo-cavaliere non trova pace: la fiamma del suo cuore irrequieto continua ad attirare fragili falene destinate a bruciarsi.

Varmland Svezia

I Cavalieri di Ekeby sembrano usciti dalle pagine di una leggenda: si riuniscono attorno a una tavola come i paladini di Artù, ma non compiono gesta eroiche. Un giorno un’ombra scende in mezzo a questi signori della dissoluzione, a questi uomini incapaci di guardare al futuro. Quell’ombra è il tredicesimo, indesiderato, ospite a tavola: Giuda o, se preferite, Loki. Sintram si insinua come un serpente in mezzo ai Cavalieri e inizia subito a diffondere maligne insinuazioni sul conto della Comandante: la donna avrebbe stretto un patto col diavolo e sarebbe pronta a consegnargli le anime dei Cavalieri.

Il diavolo si aggira davvero tra le Ferriere di Ekeby? Il confine tra realtà e leggenda diventa sempre più labile. Di capitolo in capitolo, di episodio in episodio, il paesaggio del Värmland assume connotati incantati: congreghe di streghe si aggirano per i boschi; le belle fanciulle che fanno capolino tra le pagine di Selma Lagerlöf si tramutano in ondine; il prete spretato, il poeta della caduta, ora ci appare come un paladino d’altri tempi che ha smarrito la strada per il Valhalla.

La prosa poetica della scrittrice segue il ritmo dei racconti orali, di narrazioni episodiche: i capitoli-storie, come i singoli fili di un intreccio, vanno a comporre un arazzo più grande, una saga moderna che conserva tutto il fascino delle antiche leggende. In ogni pagina-canto è racchiuso l’incanto segreto e selvaggio dei paesaggi nordici:

Il viaggio non è veramente regale? Oltre il Leuven, è il Voenern: al di là del Voenern, il mare, immenso spazio di ghiaccio trasparente e d’un turchino cupo: al di là tutto un mondo di splendori! Crepitio di folgore sotto i nostri passi, stelle filanti sulle nostre teste, grida penetranti alle spalle, e davanti il tintinnare delle sonagliere.

Varmland Svezia

La saga di Gösta Berling è un appassionato inno al Värmland, “al vecchio eremita” del nord che la scrittrice premio Nobel ha ritratto con grazia e maestria:

Quante volte ti ho guardato sulle carte, ma da quest’ora soltanto capisco il tuo volto. Sei un vecchio eremita che sogna a gambe accavallate e colle mani sulle ginocchia. Il tuo berretto acuminato ti cala sugli occhi socchiusi. Indossi un mantello di foreste orlato del nastro azzurro dell’acqua dei poggi. Così semplice sei che lo straniero non si accorge nemmeno di quanto sei bello. Sei povero come i santi uomini del deserto, povero, grave e dolce. Immobile, lasci le onde del Voenern bagnare i tuoi piedi. A sinistra, il tuo cuore batte nelle miniere e nei tuoi campi di minerale, e al nord la tua testa è piena del mistero dei grandi boschi.

Approfondimenti:

Una breve biografia dell’autrice su Sapere.it 

Selma Lagerlöf e le altre: le donne Nobel per la letteratura – Io donna 

L’ultima scrittrice di saghe – Letteratu 

La recensione “bonsai” di Inkroci 

Un pensiero su “La saga di Gösta Berling

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